Un Film in Archivio
La rassegna
Camera Film si apre al pubblico in maniera conviviale e ricorrente proponendo la rassegna “Un film in archivio”. L’incontro periodico, riservato ai soci dell’associazione, offre l’occasione per presentare gli spazi dell’Archivio e gli obiettivi del nostro lavoro: salvaguardare e ripristinare il fondo di pellicole in 16mm dell’ex noleggiatore di origini napoletane Salvatore Confessore. Per le proiezioni lo spazio riservato ai laboratori viene allestito con sedie, cuscini e tutto quello che può servire a rendere confortevole la visione.
Gli strumenti
Prima di ciascun lungometraggio presentiamo un breve filmato in pellicola 16mm e per farlo ci serviamo di strumenti alquanto vintage. Si tratta di un modello di proiettore automatico revisionato e risalente agli anni Settanta utilizzato da un insegnante che in quegli anni organizzava i cineforum a Napoli. Anche la riproduzione dell’audio si avvale di un altoparlante anni Cinquanta agganciato direttamente al proiettore.
Il recupero dell'esperienza spettatoriale in pellicola
Fino agli anni Ottanta lo spettacolo cinematografico poteva essere fruito solo attraverso la pellicola, più diffusamente in formato ridotto (16mm) o amatoriale (8mm, Super8mm). La scelta del filmato in pellicola ha un ruolo prettamente dimostrativo. Al di là dei contenuti presentati, il nostro interesse risiede nell’affascinante possibilità di recuperare l’esperienza spettatoriale degli anni che hanno preceduto l’introduzione dell’home video prima in VHS poi in digitale.
Chi ha avuto il piacere di assistere ad una delle nostre proiezioni ha potuto constatare come la visione di un film in pellicola sia completamente diversa dall’esperienza dello spettatore contemporaneo. Adesso, come allora, bisogna mettere in conto diversi aspetti audiovisivi che la pulizia del digitale hanno tagliato completamente fuori. Resta invece nella pellicola, per chi ama questo sistema di riproduzione, tutto il fascino della sua storia, cioè della storia materiale del supporto. La storia del film si palesa sullo schermo con i graffi, le macchie, il fruscio del suono e molti altri elementi che oggi potremmo indicare come “disturbanti”. Eppure, è l’insieme di questi elementi a fare della proiezione in pellicola un’esperienza unica.
La prima proiezione
Il primo incontro della rassegna, tenutosi il 29 dicembre 2019, si è aperto con un film che ha cambiato e in qualche modo stravolto la storia del cinema americano e mondiale. Parliamo di Charlie Chaplin che con il film La febbre dell’oro (1925) racconta la penosa condizione dei cercatori d’oro in Sierra Nevada durante la metà dell’Ottocento, in una modalità stilistica tanto distintiva del cinema chapliniano, sempre in bilico – come il suo personaggio Charlotte – tra il dramma e il comico.
Per una dimostrazione pratica delle potenzialità culturali di un archivio la proiezione è stata anticipata con quella di un documentario in lingua inglese sull’arte orientale e la sua sperimentazione nelle università americane. Si tratta di Oriental Brushwork (1956), filmato di interesse documentaristico.